Sulle ali dei Messaggeri della Dea: “L’Ultimo Volo Immortale”

Tutto è iniziato da un sogno. O forse dovrei dire da un incubo.
Era una notte di ormai alcuni anni fa, quando in sogno m’imbattei in Lei, nella Necromante.
Era malvagia, empia… E splendida. Uno splendore tanto intenso da accentuarne maggiormente la perfidia. Ma, oltre a ciò, la Necromante conosceva la magia, una magia oscura e inarrestabile, tanto quanto la sua sete di potere. La Necromante era in grado di richiamare le anime dei defunti dall’oltretomba, obbligarle a compiere un viaggio interdimensionale dalla morte alla vita per riportarle dove un tempo dimoravano. Vive, per certi versi, ancora e di nuovo; dotate di vita, ma prive di ogni libertà. Ella era in grado non solo di richiamare le anime, ma persino di rinchiuderle in un’anastasi perpetua, una prigione di sofferenza e castigo cui nessuno sarebbe sfuggito.
E nessuno, vivo o morto, sarebbe riuscito ad arrestarla e a interrompere la sua magia.
E così, ho deciso che la Necromante sarebbe diventata un nuovo personaggio de Le Cronache di Mœrn Lan; eppure, il suo avvento a Mœrn Lan non sarebbe stato l’unica avversità de L’Ultimo Volo Immortale e dei volumi successivi. Al filone narrativo di Fionnualla, in viaggio verso il Regno del Vespero, ma inaspettatamente catapultata nei territorî meridionali in tumulto di ciò che un tempo era il saldo Regno di Drello Llion, si aggiungerà la storia della giovanissima Gylaa, erede al trono nihmrassiano e obbligata a fronteggiare un malanno oscuro giunto dal passato per corrodere il pensiero del Re padre. Nel frattempo a Druatah, la Regina Loara, nella speranza di proteggere il proprio popolo dalla Necromante, compirà un passo falso che farà vacillare la sua figura di guida e porterà alla nascita di infinite “Trame di Sangue” alle sue spalle.
“L’Ultimo Volo Immortale” è una storia dai toni horror di caratteri forti e insicuri, retti e corruttibili, in un intreccio di paesaggi e personaggi, culti e culture dalle diverse sfumature.
“L’Ultimo Volo Immortale” è disponibile in formato cartaceo ed elettronico (eBook) sulle maggiori piattaforme di vendita online (Amazon, AmazonKindle, IBS), ed è facilmente ordinabile in formato cartaceo nelle maggiori librerie italiane e nella vostra libreria di fiducia! 🙂

Viljial Chnaal – Il cammino vi sia favorevole!

Charles

Ps: Un ringraziamento speciale a Fabio Cento per le splendide grafiche e alla bella Alice Lussiana Parente che ancora una volta ha dato un volto alla Principessa drelloniana Fionnualla! 🙂

 

SINOSSI de L’ULTIMO VOLO IMMORTALE

Per chi voleranno i corvi, quando tutte le anime saranno ghermite?

Dopo l’ardua battaglia che ha insanguinato le Montagne Grigie, in molti sospirano la pace e la saldezza, eppure qualcosa di ancora più oscuro ha raggiunto Mœrn Lan e pare bramoso di conquiste: un essere con il potere di richiamare le anime dei morti dall’oltretomba e plagiarle al proprio volere. La Regina druatahna Loara tenta di mantenere il proprio popolo all’oscuro del pericolo incombente, affidandosi alla scaltrezza e al coraggio del campione della Corona, Dærmi. Nel frattempo, Fionnualla, ultima discendente della casata del Sole Amaranto e ora nei territorî meridionali di Drello Llion, s’imbatte in un empio Governatore che pare immischiato in affari che potrebbero portare a un disordine ben più grave di quello dell’Era precedente. Ma qualcos’altro si muove da Nord, e la Principessa Gylaa, nel gelo del Regno settentrionale di Nihmras, si trova alle prese con un antico malanno che ha intaccato i pensieri del Re padre e che sembra spronarlo ad azioni sconsiderate.

 

“Il candido pelame del mastino riluceva arricchito dal vermiglio del sangue delle lacerazioni subite nella lotta, e lembi di carne stracciata dondolavano donde la zampa gli era stata divelta brutalmente. Parte del costato era esposta, e lungo tutta la gola il cane portava una profonda lesione dal sentore del taglio di una lama. Dærmi lo vide trascinare dalla pancia la sua coltre di viscere e si sentì invadere d’una cocente sensazione sinistra. Strinse l’elsa della propria lama, guardò l’animale negli occhi e notò quanta poca vita emanassero. Erano vitrei, offuscati, grigi, immobili. Erano occhi morti.”

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